Sostenibilità

La “bella” accoglienza al popolo migratore

Caccia/ Arrivato l’autunno, arriva anche la migrazione degli uccelli diretti verso i territori di svernamento.

di Redazione

Arrivato l?autunno, arriva anche la migrazione degli uccelli diretti verso i territori di svernamento e arrivano, drammaticamente puntuali, le insidie che l?uomo tende sul cammino di questi uccelli. Insidie mortali, fatte di trappole, di fucili, di appostamenti mimetizzati nelle valli bresciane. Trentamila cacciatori, 8mila appostamenti, decine di migliaia di trappole: questa è l?accoglienza che la terra bresciana, attraversata da importanti flussi migratori, riserva ai volatili in transito, indipendentemente dallo loro specie, dimensione e grado di tutela. La chiamano ?tradizione?, ma quando una pratica vecchia e dettata dal bisogno non trova più riscontro né nella realtà né nell?ordinamento giuridico, forse sarebbe il caso di smettere. In certe zone d?Italia era diffuso il bracconaggio: vogliamo chiamare anche questo una ?tradizione? e come tale difenderla? Il bracconaggio è reato, vietato e punito da norme internazionali, nazionali e locali, ma l?arroganza di chi si crede ?padrone a casa propria?, e quindi in diritto di disporre liberamente anche di chi ci vola sopra la testa, non conosce freni. È per questo che anche quest?anno guardie del WWF provenienti da tutta Italia sono in servizio nelle valli bresciane per tutto il periodo della migrazione: per difendere i migratori, per garantire loro un passaggio sicuro attraverso quelle terre.

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